-V ICO ST'-'V.tA rubato le chiose ricevevano la decima. Che : in Segna, ed in tutta (fucila regione’ le più| onorate famiglie erano quelle , che da più di-\ scosta età traevano origine da una continuata! discendenza <1* impiccati , ovvero uccisi nell' esercì-'io del ladroneccio. Che il titolo d; impossibilità era nuovamente inventato, e troppo apparentemente alieno dalle cp^e vedute; perchè se fosse impossibile, non sarebbe stato tinte volte promesso da'1 due imperadori defunti ultimamente, e perchè nella scrittura del trattalo di Vienna non si scusò sua altezza della dilazione di ri in ove rii tulli per impossibilità, nV tampoco per difficoltà, ma disse per noti pa- | rere di farlo costretto. Che la possibilità e facilità, ed utilità anche fu mostrila dal lì thitti, ii die essendo stato da l ui scoperto con Ira l’interesse di chi voleva mostrare impossibilità, gli costò la vita. Se il levarli di là fosse di danno ai Cristianesimo, bastava dire, che per causa loro veniva ogni giorno minacciato dai Turchi di fare cosa che avrebbe messa in pericolo, non solo la Dalmazia, ma la Puglia, la Romagna e tutta l’Italia. Che ii conservare le pretensioni del proprio principato non era cosa riprensibile; quando non fossero volontarie, ed avessero qualche apparenza di giustizia, ma il volerne acquistare, o mantenere le immaginarie, a spese e con danno del vicino amico, era cosa di chi reputava i proprj appetiti regola della ragione e della giustizia. Che del male fatto dai soldati ai proprj sudditi, il principe aveva da rendere conto a Dio solo, ma di quello ch’era dato ai sudditi del vicino, era in debito di renderne conto al dannificato che poteva anche secondo il diritto delle genti risarcirsi con rappresaglie;