DEGLI USCOCHI ciò fosse non tanto con sua offesa, e danno de’sudditi, quanto (il che più loro importava) i pregiudizio della, libera navigazione, che pretendeva nel mare, al ch’era stato giusto, c necessario rimediare. Che già in Vienna s’erano promosse parole di quest’istessa materia, e con-cordemenle era stata rimessa ad altra trattazione, che quello era il tempo, e luogo opportunissimo di trattarla, che facilmente non si presenterebbe una congiuntura tale, quando fossero presenti in una raunanza tanto frequente tulli i principi di Casa d’austria, cd anche i deputati degli Stati loro dell’interesse de’quali tutti si trattava, e che deciso questo capo, insieme s’ avrebbe trovato rimedio alle cose degli Uscochi. A questa proposizione fu dall’ambasciadore risposto in sostanza; che in quella materia di navigazione non era succeduta novità alcuna; ma era stata sempre libera ad ogni sòrta di persone sotto le leggi della Repubblica, che sono necessarie per conservarla, e tale essere la mente di lei che sia mantenuta sempre. Essere stato proibì' * nuovamente il commercio alle terre, dove gli Uscochi erano ricettati, soc-corsi e favoriti appunto per ovviare alle infestazioni loro marittime principalmente, e manienere libera la navigazione, ed ai danni, ed alle offese, che inferiscono in torva* che mento gli Uscochi avessero ricetto in quelle terre, "è essi polrebbono astenersi da’ ladronecci s la Repubblica lasciare di perseguitarli , e ribattere le offese : Ricordò le promesse fatte ‘n Vienna con parola di sua maestà, e di sua Olezza Ìn iscritto, e replicate molte volte in foce, che il mare resterebbe netto, c liberato