5o STORIA quindici galee, trenta barche lunghe, ed ottocento soldati, parte Italiani, parte Croati, e parte Albanesi con una spesa, che avrebbe bastato per una giusta guerra; nondimeno non s’attendeva ad altro per le cause più volte accennate, che d’ovviare a’danni de sudditi, ed impedir le rapine, e ben si misero anche guardie di galee per non lasciar entrar vettovaglie in Fiume, nè in Trieste: affine che cessando in quel modo le gabelle del Principe, ed impoverendo i sudditi per mancamento del trafiico, i Principi si movessero a pensar davvero di levare l’occasione di tanti mali, nè bastando questo, il Bembo risolse anche di sorprendere, e mettere a sacco Novi, Castello posto alle marine delle appartenenze del Regno di Croazia; ma anche feudo de’ Conti Frangipani : minacciando nel medesimo tempo di fare il simile a tutti gli altri luoghi, che davano ricetto ad UscocUi e loro provvedevano tutti i bisogni, il che pose spavento grande ai Fiumani, che sono sul medesimo tratto di mare : per li quali vedendo cessar le loro faccende mercantili di legname, di ferramenta e di tele, nel che consiste il loro sostentamento, ed aggiungendosi pericolo di sacco e di morte, abbandonavano la Patria, e si andavano riducendo ai luoghi più sicuri: mentre altri attendevano a riparare le deboli muraglie, e a far altre provvisioni per potersi difendere in occasione ci’assalto. L’ Arciduca Ferdinando, che già uscito di tutela era entrato al governo de’suoi Stati di Stiria, di Cirintia, e Carniola, Principe ottimo e religioso, sentendo le lamentazioni dei suoi sudditi, e’1 suo proprio danno, essendo anche sollecitato ogni giorno per nome di sua