34 STORIA ■verso Sisaeh, e passata la Cupa con disegno di calare poi verso il fiume, e per quella via farsi la strada alla presa di Segna e all’estirpazione degli Uscochi, e ad altri più vasti progressi, fu scoperto da alcune compagnie di cavalli che si erano messe insieme de’ vicini presidj Austriaci, eon fine d’osservare gli andamenti del nemico e di fargli alcun contrasto in qualche angustia de’passi, o d’impedirgli le vettovaglie, più tosto che di far testa e di combatiere a bandiere spiegate in tutta disuguaglianza di numero, essendo i Turchi più di 4°ooo, i Cristiani intorno 400°j ma essendo questi inaspettatamente avvicinali alla Cupa, ed avuto l’avviso che il nemico già cominciava a passare, si sentirono infiammare da un insolito ardore, che si vide poi essere miracoloso dono del cielo; perchè ove alla prima nuova della vicinanza delPesercilo Turchcsco, tutti gli animi si vedevano volti alla fuga con dubbio, ehe nè anche quella servisse allo scampo, ad una sola parola pronunziata dal Capitano: Che meglio era combattere con quella parte che era già passata il ponte, e che se ne poleva sperare qualche glo'riosa vittoria, che il gridar di tutti che si venisse alla battaglia, e d marciare in stretta ordinanza arditamente contra il nemico fu tutto uno, ove l’assalto improvviso mise ai Turchi tanto spavento, che senza far un colpo di lancia o d’archibuso, si misero in una disperata fuga, e perchè già erano passati quasi lutti per un ponte non molto largo (essendo il fiume cresciuto d’acqua ehe non si lasciava guazzare), pel medesimo ponte conveniva ritornarsene, il qual non era capace di più di due cavalli al paro, e permise Dio per maggior