108 STORIA gna, prelato ornato di profonda dottrina, pra* tico del paese e prudente, propose che si facesse un appalto co* Veneziani d5alcuni boschi vicini a Segna abbondanti tanto di pini atti per arbori ed antenne di qualunque genere di vascelli, quanto anche di faggi, dei qual solo legno si fanno i remi per le galee, e che si procurasse di avere da loro un anticipato sborso di cinquantamila ducati, i quali servirebbono abbastanza al disegno di fortificar i luoghi dei confini nominati di sopra 11 consiglio era molto opportuno, perchè i boschi veramente abbondano di materia attissima ai bisogni suddetti, e sono così vicini al mare, che con poca fatica o spesa per sentieri declivi, usati anche in altri tempi, si possono condurre all’imbarco; la qual copia e comodità esagerandosi un giorno in Segna dal commissariò col segretario Barbaro, e dicendo egli, che quello era veramente un tesoro, l’altro rispose, così esser in effetto, ma tesoro di metallo, o di moneta tale, ohe non avrebbe mai spaccio altrove, che in Venezia; la qual prudente risposta se fosse stata ben considerata dagli Austriaci, non si sarebbono frapposte nella conchiusione d’ un utilissimo partito tante difficoltà: ma mentre ^Arciduca fu costretto di darne parte allTmperadore, primieramente si dubitò che quel taglio potesse agevolar la strada ai Turchi d’infestare i confini; ma chiamato alla Corte cesarea per questo effetto il Vescovo di Segna, con ordine di portar seco disegni reali di tutto il paese, egli colla sua presenza, e con vive ragioni levò quel dubbio, onde gl* Imperiali cominciarono poi a pretendere più grossa somma, dimandavano sborso anticipato di treceul.omila scudi, senza pensiero