DEGLI USCOCHI fSj mouj, non parendo, che nè dell’una, nè dell’altra qualità vi fosse bisogno. In quella raunanza dopo lungo dibattimento di ragioni, e pretensioni fu conchiuso, che affermando una parte d’ aver eseguito il concordato, e negando l’altra, bisognava vederne la verità, e però che V imperadore spedirebbe immediate un commissario a Segna per dar esecuzione alle cose concordate, quando ritrovasse, che alcuna restasse non eseguita, c ciò si effettuerebbe in termine d’ un mese. Che la Repùbblica potrebbe mandar ministri ivi non per trattare, ma per assistere, solamente, ed assicurarsi, che in nessun conto fosse mancato, rimettendo però a lei il mandar, o non mandare, come meglio le fosse partito, e frattanto da ambe le parli si sospendessero le offese. Fecero istanza gli arciducali, che fosse dichiarato, doversi intendere sotto nome di sospendere le offese, il cessare di tenere le terre ristrette, interessando qui dentro 1* imperadore con dire, non essere dignità di Cesare operare cosa alcuna mentre la Repubblica teneva la spada in mano minacciando, come se per forza volesse costringere sua maestà, e tanto maggiormente, quanto ella incominciava a far fatti colla missione di commissario. Ma dall’altra parte era considerato, non potersi sperare, che la Repubblica condiscendesse ad allargar comodo ai ladri di fare danni maggiori, avendo tante volte veduto, che mai non erano stati aperti i passi senza questa conseguenza, e che sarebbe diffìcile farla venir a fatto così importante, non dando in cambio altro, clic parole: imperocché la missione innanzi che il commissario avesse eseguito, consisteva in parole, e non in fatti, e