12 STORIA Le tante temerità, e cosi ingiuriose costrinsero Andrea Gabrielli allora provveditor generale in Dalmazia a rimandare sufficiente custo* dia in quelle acque per levar a’ malandrini il comodo di corseggiare, con seguitarli dovun-que s’incamminavano, ed impedire l’assaltar barche in mare, e lo sbarcar in qual si voglia luogo in terra; cosa, che allora ai ladri non fu discara valendosene per pretesto di prevenire presso a’ loro Principi, figurando loro di non essere stati i primi ad offendere, e querelandosi, che fossero a torto perseguitati, e mal trattati, mentre andavano per i fatti loro senza far danno ad altri, che ¿’Turchi, ed ascrivendo a necessaria difesa, ovvero a giusta vendetta gli spogli, e le altre ingiurie inferite ai naviganti, e sudditi della Repubblica in mare, ed in terra. E per. le confessioni d’alcuni di loro, che poscia capitarono in mano de’ Veneziani, si ebbe per cosa certa, che desideravano, e procuravano d’essere non solo impediti, e seguitati, ma ancora provocati con qualche assalto, per poter con più giustificato colore impetrarne dai loro Principi licenza, e darsi liberamente a saziare le ingordissime voglie in qualunque modo. Nè è da tralasciar di dire, che alcuni Pugliesi colla libertà del transito introdussero d’andar a Segna per comperare le cose Ì,redate , ed a chiesti vendevano i Morlachi, e e Morlache cristiane, predati nel paese de’ Turchi , accertandoli, che non erano battezzati, de’quali era fatta pubblica mercanzia, come se fossero stati infedeli. ÀI principio di queste predazioni non è certo, che il capitano prestasse consenso espresso , ma bensì dappoiché Giovanni Vulaico famoso capo degli Uscochi,