36 STORIA. spedir galee, e barche verso le bocche di Se gna per impedire, che non vi fosse portalo vivere di sorta alcuna. Il terrore de’Segnani fu così grande, che spedirono dieci de’loro citta dini a portar al generale le robe, che già erano ricuperate, a prometter il rimanente, ed a pie gare di non far loro patire la pena per li delitti dJ altri. Il generale rispose, che quella cu lina picciola parte dell’ ultimo latrocinio, che si raccordassero essere debitori di molti altri, i quali non conveniva metter in obblivione, t che appresso di ciò voleva la punizione de*de i linquenti, essendo offesa la pubblica dignità, che non poteva essere reintegrata, se non col gastigo de1 perturbatori della pace, e quiete; però che gli consegnassero il prigione, e poi si promettessero da lui ogni amorevolezza. Ess risposero, che non era in podestà loro dar i prigione, nè gastigarlo; ma bensì offerivano di fare uffizio co’ superiori, che anche in questi dessero soddisfazione, il che dicevano non potè*’ promettere assolutamente che seguirebbe ac' ciocché non corrispondendo poi gli effetti no* fossero tenuti mendaci, confessando anche ili dubitare, che gl’ uffizj loro fossero per giovai poco; essendo il generale di Croazia molto in* 4 teressato in quel prigione; ma lo pregavano d’ aggradire la loro buona volontà, e 1’ azioni d’ avere restituito, non essendovi alcuna me-moria, che la città di Segna spontaneamenl* abbia più mandato a far una restituzione, j* generale avendo replicato dell’intero risarei; mento di quest’ ultimo danno, e di quelli dei precedenti del suo generalato., li licenziò scn** promessa alcuna, ma non senza speranza di d^S ver insistere più che mai nella .pcrsecuzio^j