STORTA.
loro pareva giusta cosa, che questi tali lo fa«
cessero con sola loro fatica, loro sangue p lord spese; oppure che vi contribuissero quelli chi ne godevano frutto; a questo anche rispose poi loro, eli’è troppo chiara la dottrina di S. Paolo! per non allegare la giurisprudenza, che tutti f governali e protetti sono obbligali alle contri*] buzioni e gabelle. Adunque conchiuse, che s<jI la Repubblica è quel principe a cui appartenni I dominare e proteggere l’Adriatico, segue ne cessariamente, che chi lo naviga debba stari soggetto alle sue leggi, non altrimenti che ; quelle della regione terrestre chi transita peé quella.
  Passò allora a mostrare, che questo dominii da immemorabil tempo era della Repùbblica e fece leggere da una raccolta i luoghi di treni giureconsulti, che dal i3oo sino all1 età su parlarono del dominio della Repubblica sopr il mare, come di cosa notissima ed immemora bile ne1 loro tempi, discendendo alcuni sino dire, che la Repubblica ha dominio di /ss non meno che della città di Venezia; dicentl altri, che l’Adriatico è il territorio e distretti di quella città, facendo menzione della legit tirna podestà sua di statuire leggi alla naviga zione, e d’imporre dazj ai naviganti, e soggiuns ch’egli non si raccordava d’aver veduto alcune che dicesse in contrario, e rivoltosi al Rapiz* disse che s’egli non voleva credere a queg scrittori, i quali attestavamo che il mare fos: de’ veneziani, posseduto da immemorabil ten po, precedente la loro età, perchè non lo pi' vavano, non però poteva negare di riceverli p< testimonj di quello che nel loro tempo vedi vano, ed averli per superiori ad ogni eccezioni