DEGLI TT9C0CH1 97 degli Uscochi, ovvero se in fine bisognasse, pigiar con esso loro un’aperta guerra, la qual cosa in niun tempo poteva metter conto alle cose Ideile loro Altezze} ma ora meno che mai, per ti travagli maggiori, ne’ quali si trovavano :ol Turco; che a questo fine i Veneziani avevano giustificata la causa presso al Papa, e presso agli altri Principi cristiani, a’quali tutti parela strano, che si volessero fomentare nei uopi ] Stati, pubblici ed infami corsari a dan* 10 de’ vicini : che in caso tale non s’avrebbe la far fondamento negli ajuti del Re di Spagna, 1 quale oltre l’esser occupato iu tante altre parti, ed altre molte difficoltà di poter man* lar armata in quelle bande, stimerebbe sua vergogna por la pietà, e giustizia sua il favorire :ausa tale ; il che si poteva anche argomentare lall’esito dell’uffizio, .clic a suggestione del nedesimo Rabatta fece in Venezia Don Inico 11 Mendozza ambasciador cattolico, minacciati- lo le arme del suo Re, se non si Iterava dallo tretto assedio di Trieste e Fiume, di che si timo affrontato il Re, e per farne chiara la Repubblica ed il mondo, levò tosto il Mendoz-a da quell’ ambasceria ; che quanto ai peri-oli||bhe gli eretici malignamente mettevano ttnanzi di perdersi Segna, fossero certe le loro Utezze, che meglio era assicurata quella piazza on j)oche genti quiete e fedeli, che col numero naggiore di ladri, i quali, oltre il continuo ir-itamento di nemici, erano soliti spessissimo di ibbandonar la città per attender alle ruberìe: >nde non vi rimanevano per molti giorni se non le Isonne, e le genti inutili; co’quali mancamenti eia|0 Veneziani aperte mille occasioni di orprènderla, se v’aspirassero: ma esser cosa