4 tre attendeva all« pastorali sue cure non si ri* fiutò di cooperare nelle negoziazioni relative alla repressione delle piraterie degli Uscochi, e la storia che scrisse passò, per così esprimerci, sotto a?suoi occhi. Essa vnnne da lui scritta con uno stile perspicuo1 senza passione? senz’ i-ra, e, quel che è meglio, senza veruna di quelle gonfiezze che erano tulle proprie del seicento che allora correva. V opera del Mimici rimasta incompiuta venne magistralmente continuata da quell’acuto ingegno di fra Paolo Sarpi. Questo suo lavoro congiunto a quello del Mimici diede alla fama del buon Arcivescovo un lustro maggiore : tanto vivo è il riflesso che dei la luce di wt grande ingegno ! Non è qui la vera occasione in cui occorra che ci distendiamo nel dar notizie di fra Paolo Sarpi : lo scritto di lui che pubblichiamo, è annoverato fra le sue opere mi-noi'ij nè può bastar da solo a rivelare la potenza di pensiero di questo mirabile scrittore che tanto abusò, diciamolo pur francamente, delle sue grandi forze intellettive. Il Sarpi scrisse la continuazione della storia degli Uscochi sette anni prima di morire (i): la scrisse come voleva V uso de’suoi tempi, e la carica ch'egli copriva di teologo consultore della Repubblica di Venezia, per mostrare quanto fosse giusta la guerra che i Veneti non avean mai cessato di fare a’Filibustieri dell’Adriatico, e che alla perfine aveva attirato contressi il risentimento della Corte imperiale d* Austria. Egli compose questo suo storico lavoro nelV anno stesso, in (i) Fra Paolo Sarpi, nato a Venezia nell’anno i 552. morì in quella città il i4 gennaio iGri3.