DEGLI USCOCHt q5 rosi del corso, che di paghe, avendo innanzi gli occhi gl’esempj delle cose passate, vivevano con aspettazione di vederne qualche indizio nel suo principe di concessione, o almeno di permissione, e stavano in ordine preparati ad uscire fuori colla prima occasione. I venturieri scacciati tenevano per certo di dover presto ritornare, e che siccome per lo passato, così allora la reprensione loro fosse stata per dare soddisfazione al vicino, e per sola apparenza. Non cessavano però di fare delle piccole incursioni così per mantenersi frattanto, come per far apertura alle maggiori. 11 generai veneto restituito eh’ebbe il commercio alle terre arciducali, e passati molti uf-fizj di complimento tra i governatori d’ esse, e lui, vedendo, che non cessavano gli Uscochi fuorusciti dalle picciole incursioni, consultò co’suoi quello, che fosse a fare, e la risoluzione fu, che di ciò non si dovesse fare alcuna querimonia, s’ attendesse ad ovviarvi quanto si poteva, e s’aspettasse quali ordini venissero dalla corte arciducale per mettere fine intero, cd estirpare quelle reliquie, osservando quello, clic frattanto in Segna, e nelle altre terre si facesse di nuovo. Ebbe per cattivo indizio il vedere conservate nel porto di Segna le barche da corso, le quali quando non vi fosse stato disegno di corseggiare all’ avvenire, conveniva immediate dopo pubblicato 1’ accordo distruggere ; perchè mai non si leva il male, se non levando le comodità d’ effettuarlo, e se avessero pensato a conservarle per qualche accidente, che il tempo potesse portare, le avrebbono tirate in terra in luogo proporzionato, o le avrebbono sotto