tifcÓL! tesCdcttt S t IM Osservato dilli'artria ta venata, C teitieva rii« licontrandosi insieme non fosse nato qualche B andaio, e perché s’avvide clic quei deliri coni* ■ai;nia sua non erano senza segrete intelligenze )' fuorusciti. iVÌa Giurissa perseguitato, si ri-ri» all’isola di Cherso, dove svaligiò alcuni na-■i^li, e di là scorso il canal delia Morlaca, ti ■ issato alla iiumara di Carino nel paese dei incili, fece grossi bottini con morte degli abi* lori, e repent'inaitiente ritornato verso l’istria c #111 centocinquanta Uscochi entrato in Pola città Élla Repubblica, per certi fori delle mura* jsc in gran spavento tutta la città. C liélle se fecero botlino di danari e robe di molto ftdorc. Sii abitanti si misero in arnie, onde i làdri furono scacciati* si ritirarono salvi, ma ¡éou molto pericolo > e lasciato indietro gì ari parte del bottino. con tutto che portassero' anche via ben il valore di quattro mila ducali,-¡ai ritirarono in campagna presso a Segna, dove? visero la preda* e le loro donne uscite di ¡legna* come per andar a veder i mariti e paj pilli* la portarono in quella città* Quei di Se* |)a, per timore che il commercio non fosse irò levato, mandarono a far lamenti di questo Sfilo cori Gio. Jacopo Zane generale* che' poco nanai era successo al Con tari ni, ed a mo-®rar d’ esser in questo senza colpa 5 poiché i Jialfatlori erano banditi c ribelli.- Dall’altrat arte stimavano i Veneziani questi tutti arti-* icj, anzi avevano qualche dubbio che i bandi 1 isserò finti; poiché permettevano che te dolile abitassero inSegua e i fuorusciti praticas-J*ro vicino alla città* c fors®1 anche dentro oc-' Uamtìntd; c se non davano ricetto ai I aiorij lo davano nondimeno *Ue prctle j yttri