42 STORIA della presunzione del Bertucci e delle impertinenze d’ altri patccipi di quel maneggio. Il segretario Minuzio quando vide dalla pazzia d’ un uomo impedirsi il pubblico servizio e i concerti ben ordinati, cercò di divertire il mal consiglio , e trattandone con sua Santità si sforzò di persuadere che si desse il Bertucci al Commenclator Pucci generale delle galee pontifìcie, il quale allora si trovava in Roma, acciò lo custodisse sopra la galea, ove non potesse mettere sotto sopra materia di tanta im- Ìportanza; tutto fu indarno, perchè sollecitando ’ Àmbasciadore da una banda ed il Bertucci dall* altra egli fu spedito segretamente in fretta verso la corte, riè si perde tempo, che indi a poco fu sorpresa Clissa in nome di Cesare, senza aver prima pensato al modo di provvederla di vettovaglie e di munirla contra le forze tur-chesche. Vi entrò dentro Giovanni Alberti secondo l’ordine del trattato di Roma : ma senza alcuna delle necessarie provvisioni, nè tardò molto a dimostrarsi intorno Clissa l1 esercito tufcliesco. E la Signoria di Venezia sentendo la commozione che già facevano alcune delle sue città di Dalmazia, altre per paura dei danni, altre per desiderio di novità, sperando altramente di poter migliorare la lor sorte, onde mostravano alcuni grande allegrezza in veder spiegate in Clissa 1’ insegne dell’ Àquila , per provvedere agli inconvenienti ed assicurare le cose sue, mandò coll’ armata Benedetto Moro Senator gravissimo, a risiedere intorno a Spa-latro. In tanto vedendosi che Clissa era per cadere in mano dei Turchi, se non veniva subito soccorsa, raccolse in fretta il Signor di Lenovich