46 STOMA. Irrita da altri rispetti, come grandemente si temeva, di conchiuder la pace co’ Turchi, eziandio con patti disavvantaggiosi, la colpa ne sarebbe stata rovesciata tutta sopra i Veneziani, onde essi prudentissimamente si astenevano dall’aperta guerra, se bene le spese, e le forze erano tali, che avrebbono potuto bastare a farla, mentre i più prudenti volevano pur vedere, se la distruzione di Scrissa poteva bastare a metter pensiero ad altri d’ovviate a maggiori pericoli, al che adoperava Papa Clemente tutta r autorità de’suoi consigli, e vi s’impiegava anche il Re Cattolico per zelo di giustizia, e per riputazione della sua Casa. Ma mentre che i Ministri di sua Santità così presso a Cesare, come presso agli Arciduchi'accusavano le rapine, ed i misfatti TJscochi, essi per discolparsi in qualche parte avevano mandato a Roma il Padre Cipriano Guidi Lucchese delTOrdine di S. Domenico uomo di qualche dottrina, ma di più audacia, di molte ciancio, e di gran vanità, il quale ed in voce, e con lunghe scritture pretendeva di giustificar nel mondo le azioni degli Uscoehi, esaltandoli come tanti maccabei, ed attribuendo loro la salute d’Italia e la difesa di quei confini, diceva, che le depredazioni de’ vascelli di Levante erano instituite per zelo della fede, sapendo, che in quelli si portavano ai Turchi arme, e metalli contra la bolla iti Coena nomini la qual presso a loro, come egli asseriva, si leggeva ciascun anno, e si osservava con intera fede; considerando spezialmente co’debiti termini il capo, che toccava il corso, proponeva, che sarebbe bene a proibire ai Cristiani in tutto, e per tutto la navigazione di Levante, dicendo, che di là non si