DEGLI USCOCIII 3q ■sor ci tata da lui in virtù dell’autorità datagli Ifa Rodolfo dopo la morte di Carlo suo padre, ìli qual’ essendo cessata por essersi 1* Impera-flore spogliato della sovranità, egli non poteva jù con ragione, e coscienza ritenerla. Rispose Sia Altezza, clic procurassero prima di ricu-vjfcrare quello, ch’era stato usurpato da’Turchi alla Corona, che allora potrebbe egli pensar al podo, conio accomodarsi alla restituzione. Ad* duceva 1*Arciduca oltre l’uso Comune a’ Principi di non’ cedere facilmente il possesso di terre ad altri per allegazione di titoli di qualsivoglia ragione, due rispetti ancora; uiio, ch’egli aveva fatte così gravi spese, che avrebbe due %bUe comperata quella regione; l’altro, che la sicurezza de’ suoi Stati patrimoniali restava in mano d’altri, e però dimandava i miglioramenti fatti da Carlo suo padre, e da sè, e le spese fatte in mantenimento, massime nelle guerre passate, e che vi fosse tenuto presidio tedesco dagli Ungheri pagato. Ma persistendo gli Un-jjjfieri nell’ istanza, e temendo, che non venis-#ro alla ricuperazione con forza, pensò di fortificare gli Stati suoi patrimoniali prima, quando 1 sse convenuto di cedere quelli dell’ Unghe-|a. Mandò commissari, che trovassero sito, live potesse fortificarsi, fu pensato a Fiume, Tersate, ed a Drac’evazzo; operò per mezzo 4-Ila Corte di Ronìa (mostrando loro, che si | »ebbe aperta via per introdur 1’ eresia in qM*'i paesi purgatissimi da quella feccia ) che i pi < lati Ungheri si separassero in questa istan-aggiungendo tuttavia sua Altezza tutti i Bezzi immaginabili por acquetare gli altri or-|gni del regno; dai quali uftizj introdotta qual-buona disposizione, finalmente il Palatino