DBGll USCOCB! 8$ finite ruberie, colle quali s’era turbata la quiete f del ; mare e della terra, mostrò con molta elo- 1 quetiza ed efficacia eh* era bisogno di rimedio 1 celere c gagliardo; e conchiuse che sperava di vederlo applicato opportunamente da mano così perita e valorosa. Il commissario andò nella risposta scusando in garte gli eccessi accennati, come aggranditi dalla passione degli uomini, o cagionati dall’armata veneta, che quando anche non si offendevano i suoi sudditi, era solita di cercar gli Uscoohi a morte, e di ritor loro le prede fatte nella giusta guerra contra i Turchi, o finalmente commessi da altri e poi attribuiti agli ! Uscochi: i quali confessava però degni di gravissimo gastigo, come turbatori della pubblica pace, e che perciò egli ne aveva già tolti di vita cinque dei principali, che aveva potuto aver nelle mani, tendendo in tanto le reti agli altri che s’erano posti alle selve o stavano nascosti nella città, nel che aveva fatto chiaramente conoscere la sua diligenza, e quindi, come ^Cavaliere di natura libera ed aperta, incominciò ad aprir il foglio delle commissioni e dcil disegni suoi; dicendo, che teneva ordine f»rifciieramente di esterniinar affatto i capi dei adri cd i principali masnadieri avvezzi a corseggiar nel mare, secondariamente discacciar di Segna tutti i Dalmatini o altri sudditi della Repubblica, chiudendo loro per sempre le speranza di ricovrarsi in quel nido; poi di lasciar soli in Segna cento di quella nazione de* più onfeti, conducendo tutti gli altri più addentro fra! terra in altre piazze di frontiera per difesa de'confini; ed ultimamente di ristringer l’uso delle barche armate, che nou possano uscire