1SÒ »TOMA tiinque fossero restati privi della vettovaglia, sperando, che per quello fosse loro concessa aperta libertà di scorrerie dal loro principe. I ministri di sua altezza fecero gran lamento alla corte cesarea per tutti due questi successi,1 esagerando il primo per l’importanza del danno, e 51 secondo pel rispetto della fortezza, ed aggravando, che per essere terra della corona d’Ungheria, era stato tentato un’atto ostile con» tra la maestà cesarea principalmente.Ma quanto al fatto di Scrissa tre cose dicevano i Venezia* ni. Prima per quello, che tocca gli autori del doppio trattato, che le insidie tese a’quei poveri innocenti furono effetto della perfìdia di} quella gente, che sempre sta nell’inventare modi di seminare discordie tra i principi per conservarsi nella licenza del far male; poi per quello, che appartiene al conte, ed agli Isolani di Pago, che il loro fine di liberarsi dalle molestie degli Uscochi in qualunque modo fu buono, essendo per necessaria difesa, ma il difetto di prudenza in non saper discernere un trattato finto, fu assai pagato da loro colla vita. Ma per quanto tocca i principi; che il tentativo, quando fosse anche riuscito, non avrebbe avuto fine con offesa della maestà cesarea, e per fede di questo narravano, che nel i5qì>. avendo gli Uscochi di Scrissa fatti danni notabili in Pago, il generai veneto assaltò la fortezza, e la prese, e pochi giorni , dopo mandò a significare a’commissari cesarei che allora erano in Se^na, non aver avuto altro fine, che di gastigare gli Uscochi con ogni rispetto alla maestà dell’imperadere; però mandassero altri soldati, che Uscochi, per guardarla, che l’avrebbe consegnata ; il che quando non avessero fatto, egli però non in-