394 la loro funzione, erano sempre due punti di riferimento, ai quali gli stati minori dovevano armonizzare i rispettivi interessi, anche mantenendo la propria indipendenza. Questi giovani nuclei politici, i quali, con moto centrifugo, escono dagli schemi ordinari della concezione imperiale, fissano una linea propria, autonoma, caratteristica, con necessarie interferenze nel vecchio mondo, che si sgretola, ma non esattamente coincidenti con le sopravvivenze di questo. Essi sono creazioni nuove, e, come tali, hanno figura politica originale, non assimilabile nè riducibile ai principi, in antitesi ai quali, in sostanza, hanno avuto nascimento. Il ducato veneziano nacque, si sviluppò, si perfezionò tra questo tumulto di vita politica ; risentì influssi e contatti dei vecchi organismi ; da questi non visse avulso, e non poteva essere altrimenti. Ma per naturale impulso di nuova energia, da cui era animato, per lo stimolo di vitalità, che lo sospingeva ad avanzare di fronte al vecchio mondo in sfacelo, non poteva rinserrare le esigenze della personahtà, come del resto ogni altro territorio, tra rigide formule di vecchie concezioni superate e antitetiche a quelle di una giovinezza vigile ed operosa. Altri volle ravvisare nel presunto bizantinismo dell’Orseolo il pretesto per trasferire nella vita veneziana lo spirito dell’idea monarchica delle costituzioni imperiali. L’elevamento politico della dignità ducale suscitò anche una maggiore austerità nel tono di vita ; procurò maggiore ricchezza; introdusse più raffinato costume, d’altronde inferiore a quello importato dalla giovine sposa bizantina; diffuse l’amore del fasto : banchetti, feste e splendori, propri di una corte principesca, sintomi di ima certa rilassatezza, di abitudini spenderecce, insomma di un’atmosfera di lussuosità, che si stendeva per tutti gli ordini sociali e corrompeva anche il clero, meritando i severi rimbrotti dell’alto pastore (1). Non si esageri. Tutto questo è troppo piccola cosa per dar vita a meditata volontà di trasformare i presupposti teorici e pratici, di intelletto e di rito, sopra i quali era stata edificata la vita costituzionale dello stato. (1) Kehk, Italia ponti/., VII, 2, p. 50, n. 67, 68; Rom und Venedig cit., p. 102.