STO‘UÀ. sudditi da’ dazj ; ma nel if>63 queste pretensici furono trattate e conosciute vane , e forse s ■Ferdinando di gloriosa memoria fosse vissuti poco tempo di più, sarebbono state poste in si icnzio; ina non contentandosi Carlo arciduca, -ìi cui dopo la morte del padre toccarono tra altri Stati in patte le terre del Friuli, e deli'" Istria confinanti co’ Veneziani, di quanto nella ratinanti si concertò, fu rinnovata la trattazione nel 1670, e fu meglio dimostrato il difetto de’ fondamenti, e con tuttociò pur la terza volta si tornò ali’istesso nel i583 che sarebbe pur tempo di metter fine a pretensioni nuove, e non fondate. Dicevano anche alcuni, che l’aggiunger al presente di più d’aver giurisdizione del mare, cosa non tanto non pretesa, ma anche di contrario confessata da’principi austriaci, ed ungiteli precessori, mostrava che si fosse rinnovato 1’ appetito d’ Alessandro, a cui non bast.iva un mondo. Il passare poi tant’oltre di pretendere anche podestà di corseggiare e di levar le mercanzie da’vascelli dell’ amico, dicevano , essere cosa che meritava innanzi che fosse delta, esser consigliata colle regole della coscienza e della grande purità. Ma per quello, che tocca alle osservazioni delle convenzioni, e patti, quei, che ne tenevano qualche informazione per averne veduta copie, che molte vanno attorno, o per aver letto il contenuto negli Storici dicevano, che pigliandole in mano, e leggendole, ogn’ uno troverà, che gl’ Austriaci sono debitori per la sentenza di Trento di restituire sei buone terre in Friuli intorno a Belgrado, ed una intorno al Lisonzo alla Repubblica, e la città d’Aqui-leja con tutto il suo distretto, c tutta la giù-