I io STORIA la ragione sopraddetta, o porche era noto che il motivo non veniva dagl’imperiali, ma dai medesimi arciducali, o forse anche perchè volessero aspettare di vedere le prime operazioni de1 commissari in esecuzione delle cose promesse per regolarsi poi come quelle avessero insegnato. Mentre i commissari erano in viaggio, occorse all’arciduca per li suoi negozj visitare la maestà imperiale iu Lintz, dove conforme a quanto prima da Grutz era stato scritto, furono replicate le scusazioni degli Uscochi, e rinnovate le querele pel commercio levato alla città, e proposto il progresso, che potrebbono fare le armi imperiali in Italia colla sponda dell’esercito, che si ritrovava ammassato in Milano, e furono anche fatti diversi uffìzj, acciocché non fosse disarmato prima, che si vedesse l’esito delle cose di Segua. Ma i commissari giunti a Fiume, chiamarono a sè i capi degli Uscochi da Segna, i quali ricusarono di andarvi 6enza salvo condotto. Furono i commissari costretti a concederlo, parendo loro ciò minore indignità, che se i chiamati fossero restati contumaci. Col salvo condotto andarono a Tersati, e di là mandarono a richiederne un più ampio diffidando del primo, ed ottenutolo andarono a Fiume, dove furono ricevuti con termini amorevoli, e cortesi. I commissari presero da loro informazione del conflitto cogli Albanesi a Lesina, e della presa della galea, e delle altre cose occorse dopo il concordato, e subito li licenziarono per ritornar a casa, o perchè da loro altro non volessero, o perchè, stante il salvo condotto, non potessero eseguire altro disegno. Dopo alcuni giorni mandarono il segre*