l6 STORIA mezzo di rendita, per 1’ avvenire non potessi esser lirato, o applicato a giurisdizione, o a j qualsivoglia ragione, o pretensione di legna, di fondo, o di suolo. La sospezione, e durezza ile>|| gl’Imperiali, e attesa quella, il dubbio de’ VeH neziani, che potesse esser all’avvenire causadii maggior differenza, e la incertezza di buon uf-|S fìzio d’ ambe le parti causarono, clic la concilili-sione restò impedita, e la trattazione troncata, j restando opinione presso ad alcuni, che i Consiglieri Cesarei avessero proposto le immagina-,. : rie difficoltà, che si potesse pretender giurisdi- j zione sopra le montagne, o sopra gli arbori per ì non esser loro grato veder la Repubblica fuor 1 d’ogni disturbo, e riputando utile per la Casa ; d’Austria, che resti aperto un’ ingresso per rottura, o almeno diffidenza co’Turchi, e che si j mantenga viva qualche causa, per la quale i Turchi possano esser incitati a voltar le armi i Terso l’Italia per liberarsi essi da’pericoli con ] tagliar l’acqua sopra la riva del vicino. Nè5 | mancò chi credette, che studiosamente fosse at- ! traversato da alcuni ministri principali per invidia, acciò non riuscisse, e fosse provalo utile J nn consiglio proposto dal Rabatta, il che non 1 è molto verisimile, parendo, che debba cessare 1 ogn’invidia contra i morti. Non fu più ravvi* ■ vato il negozio, essendo indi a poco morto il | Pontefice Clemente, per opera del quale mantenuto in vita sino allora,. Mai Turchi,vessati così frequentemente dalle scorrerie degli Uscochi in Narenta, e Castel novo, armaiono caiclii, e fregate in modo, che si camminava la via di riempir la regione J di corsari, il che partoriva cattivi effetti con dubbio di peggiori, perchè chiunque di lor°