lo8 STORI V di loro, clic si ricordavaiiO; che per ottanta nnn continuatamente i Veneziani sperano dichiarati di ricevere ugual danno ed offesa, quando gli Uscochi passavano a predar altri per li distretti della Repubblica, come quando bottinavano i sudditi loro proprj, l’ebb^ro per un’ invenzione molto sciocca; e non pareva loro conveniente nè alla dignità, nè alia religione di tanto principe, che muovesse una guerra per manteni« mento di ladri infami. Sua maestà alla rappresentazione del commercio levato a Segna si commosse alquanto, come che fosse assediata mia sua terra; ma certificato, che non si prc-tendeva di far offesa alla città, ma solo d’assicurarsi, che non fossero inferiti nuovi danni, come gl’ Uscochi giornalmente tentavano, restò quieta, ed avendo colla somma prudènza sua penetrato il vero, presto conobbe, che lutto il male era nato per l’inosservanza delle cose promesse, e nel consiglio fu conchiuso di mandare commissari per nome di Cesare, che con, suprema autorità mettessero la mano, ed applicassero il rimedio proporzionato al bisogno corrente, e furono nominati il conte Àltani, ili barone Bocli, cd il signor Buonomo, a’quali furono date commissioni molto ampie, e chiare di levare da Segna gli Uscochi, e mettervi pre-| sidio tedesco, e gasi ¡gare poscia i colpevoli degli eccessi commessi. Il signor Buonomo fu spedito immediate a Gratz per conferire la ri* soluzione presa, e ricevere istruzione anche da sua altezza. Ma avvenne quello, che più volte era occorso regnando l’imperador Rodolfo, che nel consiglio cesareo fu presa buona risoluzione per rimediare al male, la quale in Gratz i« convertita sempre in quella sorta di medicina,