DEGLI USCOCHI I I ne lla vera ferie del Vangelo, partendo dal paese già soggiogato dai nemici, si ritiravano a qualche luogo forte de’Cristiani, e di là stimolati dal dolore delle cose perdute , e della patria soggiogata con molta ferocia ajutata dalla notizia dei passi, e dalle segrete intelligenze dei parenti, ed amici, corseggiavano ogni giorno, e portavano a* Turchi molti danni. La prima, e più famosa piazza, che si eleggessero gli Uscochi, come più opportuna a questi loro furtivi assalti, fu quella di Clissa fortezza posta sopra Spalatro poco discosta dal-Panticne rovine di Salona in sito fortissimo: ove si apre un sentiero stretto, pel quale solo si cala dalle vicine montagne della Morlaca verso il mare : ove portandosi diverse mercanzie, chi è padrone del luogo ne cava anche dazio importante. Era allora Signor di Clissa Pietro Crosichio, come feudatario della Corona d’Ungheria, il quale fidandosi nella qualità del sito, che pareva inespugnabile, dava volentieri ricetto agli Uscochi, giudicando incautamente di poter coll’opera loro render più sicure le cose proprie, e forse dilatare i confini, ed arricchire di spoglie. Ma gli successe tutto il contrario; perchè, provocati i Turchi dai continui danni, voltarono il pensiero alla espugnazione di Clissa nell’anno 153^, al che forse non avrebbero aspirato mai per la difficoltà dell’ impresa, se il Crosichio .si fosse contentato di mantenere le cose sue senza stuzzicare il vespajo, come si dice, il che può servire di avverti-» mento ad altri piccioli Signori di non provocar l1 ira del maggiore, confidandosi, o in forze, o in appoggio d’altri potentati : perchè simili speranze riescono per ordinario fallaci ;