! , qn.il« il Pontefice nel partir suo da Roma er la Corte Cesarea ne diede particolar carico. Ma nel maneggio s} accrebbe la vecchia dif-coltà della quantità del danaro da sborsarsi nticipato, essendo richiesto di nuovo dagli im-eriali, oltre i 3oo mila scudi già dimandati, Uri 200 mila, allegando, che per poca somma on era dignità di sua maestà sottomettersi Ile condizioni ricercate dalla Repubblica , le uali in sostanza tutte erano per assicurarsi, he e per allora, e per sempre sarebbe posta n Segna guarnigione pagata ai suoi tempi, ed liena dal corso, nè sua maestà aveva bisogno li poco, nè conveniva guardar per sottile, non lattandosi di spender il denaro in proprio conodo, ma ip benefizio comune di tutta la cri— tianità. S’avrebbe forse trovalo temperamento questo, se maggior groppo non fosse arrivato ntorno alla cauzione per l’anticipato sborso, ioli volendo i ministri austriaci lasciarsi pervadere a mettere alcun luogo in mano della Repubblica come per pegno, ma offerendo solo n sicurezza mercanzie di certi Tedeschi , le [uali non erano accettate a Venezia, come soggette a varj accidenti. Alla sicurezza per via di deposito d1 alcun luogo dicevano gl’imperiali ion poter assentire, perchè veniva richiesto con animo di non restituirlo mai, il che quando anche non fosse vero, non potersi con dignità deH’Imperadore acconsentirvi per dubbio, che non fosse dal mondo giudicata una vendita coperta con nome di pegno, e che la parola Cesarea era maggior sicurezza, che il dar pegno in mano; anzi mostrandosi soprammodo gelosi, richiedevano essi cauzione bastante, acciò quello, la Repubblica allora conseguirebbe per