DEGLI USCOCHI (Ì9 rendo la loro parto delle spese, e partecipando parimente la parte de’bottini. E cosa notoria, ciic in questi ultimi anni le loro uscite sono state con quindici in venti barche al più, in modo che il numero, il quale ora è maggiore, ora è minore, secondo che i venturieri più, e meno concorrono, più quando il mare è aperto, meno quando è chiuso, e serrato, è di seicento in settecento uomini da fazione; ma volendo metter in conto i vecchi, fanciulli, e donne, si potrà dire che ascendano a duemila. Il numero crébbe quando si congiunsero con loro i Carampotani, altra gente uscita di Turchia. Crescerebbono senza di^bbio giornalmente, se il corso non fosse loro conteso, ed impedito, perchè molti Morlacchi, allottati dalla dolcezza del vivere di quello degli altri, si adunerebbono con loro, e può ben ciascuno pensare, sé accresciuti di numero farebbono dauni maggiori. 1 Veneziani sono stati costretti a perseguitarli, non tanto per li grandi, e frequenti danni inferiti da loro; così a’ naviganti in mare, come a sudditi loro in terra, quanto perii maggiori imminenti, ohe avrebbono inferito, quando, tollerata quella licenza, fossero cresciuti a numero spaventevole, come sarelv bono: e non v’ha dubbio, che quando la Repubblica non avesse rimediato giornalmente, come ha latto ristringendoli, ed incomodandoli, le forze loro si sarebbono fatte stimabili, i Turchi sarebbono stati costretti a rimediarvi davvero, e per sempre, come sogliono fare, quando risolvono; e siccome i ladronecci, e le inciir-sioni, che questa sorta di gente usava «ià ottantanni, abitando in maggior numero nella Lic-ca? sotto il conte Pietro Crusich vecchio, furono