dfgli use orni 97 oltre per le terre de*Ragusei, depredarono la villa di Tr-ebigne, la migliore, e più ricca che sia ne’contorni di Castel Nuovo, con grosso bollino d’animali, e prigionia d’ uomini, e nelle molte andate e ritorni, si ricoverarono ora in una, ora iu un’altra delle isole venete,.dove intendevano non esservi armata, così per riposare, come per provvedere i viveri, i quali ora pigliavano con. violenza . ora pagavano. Durò per alquanti giorni questa impresa, che riuscì loro felicemente ; perchè la fama dell’ accordo stabilito, e la credenza certa di non avere più molestie dagli Uscochi, fecero restar i Turchi senza guardarsi, ili quei dell'isole venete senza la diligenza , eh’ erano solili usare ne’ tempi de"1 pericoli. Ma i Turchi postisi in arme, e fatta calare moltitudine grande di ajuto, minacciavano di vendicarsi contra le terre del dominio veneto confinanti, e mandarono a protestate ai rettori delle terre della repubblica, ed il bassa di Bosnia nuovamente venuto a quel governo ne fece risentimento gagliardo eoi generale, usando questo concetto alla tur* ch’esca, che la complicità non si poteva nega-iv, valendosi gli Uscodii della casa della repubblica, come della propria, minacciando d’avvisar la Porta in Costantinopoli, e che sarebbe mandata armata per guardare quelle marine. Nel principio di questi insulti il generale non con speranza di provvisione, ma affine, che i ministri austriaci non potessero negare d’averlo saputo, .mandò a Segna a dolersi, che contra la parola data , non essendo ancora asciutto l’inchiostro del decreto cesareo, e delle promissioni arciducali si contravvenisse così manifestamente alle promesse tanto confermate, saliri v. li 7