PEGÌrl TJSCOCni IOl 5egna, c quivi discesi in terra per sigillo della barbarie, fecero smontare lui ancora e gli troncarono il capo colla mannaja, e spogliato il corpo lo gettarono in mare, ed apparecchiato il desinare posero il capo dell’infelice sopra la mensa, dove stette mentre durò il convito. Queste cose tutte furono vedute dalle donne e dai galeotti restati sopra il vascello, alcuni de’ quali affermarono ancora che dimandò con molta pietà la confessione, e gli fu negata. Altri dissero che gli mangiassero il cuore, altri che solo tingessero il pane nel sangue per certa superstizione fra loro radicata, che il gustar insieme del sangue del nemico, sia un arcano'e una stretta obbligazione di non abbandonarsi mai e correre la medesima fortuna. Finito il desinare condussero la galea a Segna, dove divisero le robe e le munizioni di quella, rilasciarono i galeotti con minacciameuto ed obbligazione di non ritornare nello Stato della Repubblica, e distesero Y artiglieria sopra le mura della città. Andati gli avvisi di così atroci fatti a Grntz, da’ fautori degli Uscochi fu persuaso Tarciduca, che tutto fatto da loro fosse con ragione, ed alla provvisione fatta da1 ministri della Repubblica fu data sinistra interpretazio ne, incitando sua altezza alla rottura e guerra, cosa da loro già molto tempo desiderata per una vecchia speranza .di facilità conceputa che sua altezza acquisterebbe ed aggrandirebbe sè e loro con quel mezzo; il che fu anche causa che scrisse sua altezza a tutte le terre sue di confine, che stessero sopra le guardie, e si fortificassero e munissero, dal qual cornami imento nacque che a Segna con grandissima sollecitudine portaroono terra e prepararono legname