DEGLI USCOCHI IO7 dato riscatto nel loro territorio* si ritrovavano in gran confusione* avendo inteso, ch’era stato proposto a Costantinopoli d’occupar loro quella ralle, eh’è la più bella, e più fertile parte da essi posseduta, che loro sarebbe stato un gran colpo, e avrebbe messo in pericolo tutto il resto, e ben sapevano, che, per metterlo in opera, i Turchi non avevano bisogno d’altro, che di risoluzione, la quale fatta, il male sarebbe stato senza rimedio. Ma dall' altro canto erano fatti contrarj uf-fizj da Gratz con ¡scusare gli Uscochi, che non avessero quel torto, che veniva di loro detto, perche erano usciti alla preda contra i Turchi con permissione del generale veneto, e che a Liesena furono assaliti contra la fede data, e che in vendetta di questo essi avevano presa la galea, ed uccisi i soldati, ed il sopracomi to* persuadendo la maestà cesarea alla guerra, e proponendole grand’onore, ed acquisti, che ne seguirebbono. Moltiplicavano con maggior amplificazione le querele contra il commercio in* terdetto a Segna, con rappresentarlo come una diminuzione di riputazione, ed offesa della dignità imperiale, e di tutta casa d’Austria, acciò sua maestà si dichiarasse congiunta negli interessi loro; ed alcuni de’consigìieri cesarei da queste proposte mossi, entrarono in alcuni pareri marziali, per compiacere al desiderio degli arciducali. Ma altri di loro ebbero per inverisimile, che il onerale veneto avesse conceduta licenza agli Jscoehid’uscire contra i Turchi, acciò essi aves-(■iole prede, ed i sudditi le rovine, e pareva gran ti avaganza che gli avesse fatti combattere per [nello che gli avesse allora conceduto. Ma quei