168 STORIA c svaligiando tulio il paese. Restarono tulle abbruciate le ville d’Ospo, Abrovizza, Betto-Tizza e Lonchi, ed in questa, ch’era assai ben abitata, spogliarono le chiese, guastarono le immagini de’ santi, gettarono in terra il Santissimo Sagramento per asportare la piscide d’argento! Fecero 1’¡stesso ancora nella terra ili Marceniglia, e ne* territori di Bàrbana, e San Vincenzo: poche delle ville non murate restarono esenti dall’ incursione di quella gente, c massime degli Uscochi, che usarono o^n’ immanità conjra le persone, ed ogni rapacità conira le cose divine ed umane; il che loro fu facile, essendo la provincia tutta aperta, ed esposta alle scorrerie. Per dodici giorni durarono gl’in* cendj, ne’ quali restarono abbruciate oltre le terre nominate di sopra Xase , Grimalda, Ro-sarolo, Figarolp, Recatovi, Vaimorosa, Grasic-chia, Sacerno, Cecneza , e Barato, le ville del territorio di Digitano, e molte di quello di Ro-vigno, e pareva quasi, che tutto fosse fatto affine di devastare tutta la regione , acciò combattuti poi i luoghi alquanto minuti, fosse loro facile occuparli, e fortificarsi dentro. Tentarono a questo effetto V oppugnazione del castello di Draguch, donde furono ributtati, e costretti a ritirarsi, abbruciato il borgo. Avvenne 1’ »stesso al castello di Colmo. Indi in maggior numero, e con maggior ordine a bandiere spiegate assaltarono Docastelli, come luogo di conseguenza, dove diedero scalata, e con tutte le forze tentarono l’oppugnazione, la quale durò quattro ore con morte di molti degli assalitori, i quali in (ine costretti a ritirarsi posero fuoco in tutte le ville del contorno per dove passarono: ma essendo giunta milizia di Corsi, ed Alba-