«jqulii uauuuni tnnque di bassa taglia al pari d’ogni altra stilli me , è feconda di molte buone instruzioni. [er tanto mi son proposto di continuar la Stola dall* Arcivescovo incominciata con relazione ¡articolare degli accidenti per dieci anni avviniti, senza scostarmi punto dalla verità della narrazione s nè dar sinistra interpretazione a cosa che si possa ricever per buona, e son si-ìro che leggendo questi successi, ognuno si ìrtificherà che nei disordini civili, non altri-lenti che nei morbi naturali, i rimedj lenitivi, ibben pare che di presente giovino, inaspriscono nondimeno il male, e lo rendono ai ten?-ji seguenti più fiero ed atroce, e che quando di’ uso de’ validi ed appropriati rimedj, il lale è guarito, conviene per lungo tempo aver »spetto di recidiva, e governare il corpo non leno il civile che il naturale, non colle regole le’sani, ma con quelle degl’ infermi, e soprat-itto apparirà chiaro che il buon ordine in laleria fluttuante non può essere introdotto se yrà la cura di procurarlo chi dal disordine iva profitto. E per bene incamminare la narrazione mi è lecessario riferire tutti insieme gli articoli stalliti tra il Rabatta, ed il Pasqualigo che dal-Arcivescovo furono commemorati sparsamen-acciò si vegga in quanto furono osservati o rasgredili, e d’onde ebbèro origine le querele ’guile. Contenne quell’ accordato sei capitoli. Che gli Uscochi non potessero navigare se jon nd canale della Morlaca tra Segna e Scris-i, con altro nome detta Carlobago. Che non potessero accostarsi all’isole della Re-ubblica, nè sbarcar sopra i territoij di quella. Che agli altri sudditi Austriaci fosse libera