9Ì storia si dire che*! ttabatta divulgasse in Venezia, ri la suddetta sposa fosse macchiata di Iehb:i il che si trovo poi falso, e seguirono le nozi nè al Rabalta fu facile a purgarsi dell’impili* zione ; e gli convenne adoprarvi molti interej sori, sopra la qual cicatrice seppero ben dimeni 1* unghie i suoi emuli: onde gli accesero co* tra l’animo della madre, e del figliuolo * male maniere appoggiando tutte le loro ire8 chine alle maligne relazioni del Barbo. Fu* commissario avvisato dagli amici di questi»1 fizj, c de* pericoli, che correva in tempo, cl egli per occorrenze appartenenti pur al negl* zio di Segna si trovava in Trieste, ove confidi’ nella coscienza ed integrità sua non si perii punto di animo, ma temendo, che le calunni inventate contro di lui non impedissero lo sti1! bilimento di si importanti faccende, fece subilvj risoluzione di trasferisi senza aspettar altro” Gratz, ed avviatosi con pochi de’ suoi incontri nel cammino il Barbo, eli* era meglio accomp1^ gnato: nondimeno non potè contenersi per ^ generosità del suo spirito di non rimproveri j 3 maligni uffizj e bugiardi, al che non sepn colui, confuso della mala coscienza, se non rii spondere con umilità e con certe vane scusi procurando di spedirsi da quel colloquio, pi j che di fretta. Il fiabatta giunto in Corte seni j tosto gli effetti delle male impressioni: percl^ gli fu comandato di ritornarsene subito al $ J carico, riprendendolo agramente, che se fosse partito senza licenza: egli nondimeno1 J andò aggirando con varj mezzi in modo, à j sebbene il Principe gli aveva negata 1* udienti e s’era mostrato più volte pieno di mal talcnt , in line risolse pure d’ascoltarlo colla soli1