DEGLI TJSCOCHI 63 I enete s’avessero sempre ad adoperare con mila riserva e quella discrezione, la quale gli stessi lagrimosi danni veniva lodata ed imirata da chi non s’internava noli’interne cause d’ un tal procedere. Queste faccende si maneggiavano in Istria col consiglio e coll’au-toriià del Capitano di Raspo, ch’era Berqardo Centanni Senator gravissimo d’anni e di prudènza, solendosi dar quel carico,benché di luogo piccolo, ad uomini tali e benemeriti della Repubblica, affine di risarcirli delle spese fatte in servizio della patria coll’utile importante che se ne cava: onde s’ era trovato nel medésimo magistrato il Tiepolo, quando egli fu errato Generale contro gli Uscochi : ma il Cintarmi alla somma degli affari e delle fatiche non potendo resistere V età sua, che passala già ottantanni, chiamò Giulio suo figliuolo, che ne lo sollevasse in qualche parte; il quale essendo d’ottimo giudizio, e molto risoluto negl'importantissimi negozj, e congiuntissimo in amore col Cornaro , ebbe la mira sempre a portar questa nuova, ed insolita forma di guerra a quei fini che sono stati descritti €§1 maniera molto accorta e lodata. j()ra mentre che in Istria così s’andavano bit lanciando le cose, e si temeva che non riuscissero finalmente in una manifesta guerra ; il Donato aveva già fatto saccheggiar da’suoi soldati la terriciuola di Lourana, non lontana da Fiu-À8É ron maniera tale, che ben si vedeva esser H intenzione, più tosto di pizzicare che di eri re, affine che altri si risvegliassero al rime-W, e dopo aver con diligenza finiti i due forli uddetti, e dopo averli provveduti così di mi-izia come d’ogoi altra cosa necessaria, e ve-