46 STORIA passando di Ut la galea Moro siti a gli assalii colla milizia posta in terra, e da mare con l’ar taglieria, e li costrinse a ritirarsi alla monta gna, essendo restali morti alcuni di loro. Man' darono i commissarj ordini e bandi per tutte le terre, che venti nominati da loro fossero presi vivi o morti. Questi principi diedero speranza di qualche buona provvisione; ma durò poco, e non ebbe effetti dissimili dagli occorsi altre volte. Imperocché i commissarj, lasciati severi ordini e proibizioni, del corseggiare e predare, e fatta una composizione per le paghe decorse con promessa che in breve sarebbono stati mandati i danari, e che per l’avvenire le paghe sa* rebbono state ai loro tempi sborsate, partirono. Ma senza rispetto di queste provvisioni, indi a poco tutti gli Uscochi tornarono in Segna, ed a vivere secondo l’usato, e di paghe decor* I se, o correnti non si parlò più, ma al corseggiare s’attese, come se mai non fosse stata fatta! proibizione, non solo non vietandolo il capita* no di Segna, ma dando anche molli segni, che v’acconsentissej anzi la terra di Fiume col capitano suo non prestava loro minori favori, che Segna,* ricettando le prede, e smaltendole di tot per diversi luoghi, e pareva appunto, che la provvisione fosse fatta momentanea di concer* to, poiché partiti i conimi>sarj, le cose peggiorarono con danni maggiori del solito a’navi* j ganti, ed agli abitatori delle isole. Moltiplicando , le ingiurie non solo l’armata veneta accrebbe la diligenza per impedir quanto si poteva' ladri, e pei seguitarli, quando furtivamente usci* vano ma il Vernerò ancora ebbe in con siderazioni clic conforme a quantu da’suoi antecessori e™ sialo più volte fatto iu simili occasiunij eia Bf