DEGLI USCÓCIIl Sj La eonchiusionc presa in Vienna fu senza alcuna difficoltà ricevuta in Venezia, ed attendendo T ottima volontà di sua maestà cesarea, e la buona risoluzione alla provvisione per corrispondere a lei, ed al serenissimo arciduca, e dimostrare la stima verso la casa d’Austria, fu ordinato al Pasqualigo di ritirare le guardie da Segna, e da Fiume ed altri luoghi, e lasciare il commercio libero a* sudditi austriaci, come era innanzi gl* accidenti occorsi. e di far consegnai a chi sua maestà comanderebbe, i prigioni ; fu anche commesso all’ ambaseiadore di darne conto del tutto alla maestà imperiale. Arrivò l* ordine al Pasqualigo , il secondo di marzo, e quell’ ¡stesso giorno fu eseguito con molta allegrezza de’sudditi arciducali, e riscontrò per buon accidente che il dì medesimo fu fatta T ambasciala alla maestà cesarea ; alla quale riuscì tanto più grata quanto alla corte, non si spettava che dovessero le condizioni essere accettate per sufficienti in Venezia, essendo in altre occasioni più volté state offerte nè mai v’ era stato acconsentito. [Della gratitudine ne fece sua maestà dimostrazione solamente con lodare la deliberazione el’ esecuzione immediate data, ma con assicurare sopra la parola cesarea che da quella parte non s’avrebbe avuto per P avvenire disgusto immaginabile. Fece del tutto dare avviso a sua altezza che era gii partita di Vienna con una buona esortazione all’osservanza delle cose promesse. Comandò anche la maestà sua al conte di Sdrin sotto pena di perdere il feudo, che ne’ luoghi suoi del Vinadol non fosse dato ricetto a pirati, o ladroni; ed all5 ambaseiadore fece dire che intorno ai prigioni s’era scritto a Gratz, e