no Alessandro Herzen potente tentativo di teoria rivoluzionaria e nello stesso tempo di aspirazioni costituzionali, in alcuni punti superiori alla « Verità russa » di Pestel; concedeva larghissi me libertà ai cittadini, libertà di associazione, di coscienza, di fede e di convinzioni. Nè era al disotto dal punto di vista sociale perchè, pur partendo dall’abolizione della servitù della gleba, dava infine alla borghesia plutocratica la porzione più importante nello Stato. 11 Masaryk, mettendo in rilievo l’alto censo richiesto dalla costituzione di Muraviòv per il diritto elettorale, la chiama addirittura una costituzione di Cresi. Dal 1825 fino alla comparsa del primo grande teorico della rivoluzione, Alessandro Herzen, l’idea rivoluzionaria non ebbe notevoli rappresentanti. Comincia il periodo della peggiore e più feroce reazione: mutano anche gli indirizzi di pensiero, ma in vene sotterranee scorre sempre, sebbene non più così vivo come nei decenni precedenti, lo spirito della ribellione. Al posto dell’influenza della filosofia rivoluzionaria del secolo XVIII subentra quella della metafisica tedesca. Poiché questa non predicava le teorie sovvertitrici di quella francese, di moda nella generazione precedente, il severo governo di Nicola I aveva permesso non solo che essa fosse insegnata, ma che gli studenti russi potessero frequentare le università tedesche, non accorgendosi che, a fianco alle nebulose e gravi pagine di metafisica, la filosofia di Hegel metteva davanti agli occhi dei giovani acuti ed intelligenti la prima concezione evoluzionistica del mondo e dava perciò modo, attraverso la metasifica, di ritornare alla politica. E così i filosofi tedeschi del terzo, quarto e quinto decennio del secolo XIX furono i complici della rivoluzione russa. E attraverso il loro linguaggio finì col penetrare in Russia anche il socialismo utopistico allora dominante in Francia e che, chiedendo la partecipazione