154 Vladimiro Korolenko parole che li espongono, è impossibile dire! Bisogna leggere. La forza tragica della realtà parla in essi, e vi si aggiunge la forza di un animo che ha saputo far propria questa tragicità. E la realtà russa era quotidianamente così tragica! Quale compito colossale e quale sconfinata forza d’animo per farsene interprete. Egli fu dunque giustamente considerato dagli storici della letteratura russa contemporanea, come il migliore rappresentante non solo di tutto il movimento letterario moderno, sia per la ricchezza del materiale artistico, l’ampiezza delle sfera d’osservazione e infine anche per la concezione della vita, ma della vita russa stessa nella sua realtà. Questo giudizio, in cui concordavano i grandi critici russi moderni, dal Venghèrov allo Skabicevskij, che profondamente ne esaminarono 1’ opera, non era che il riflesso, l’interpretdzione teorica dell’amore che il pubblico russo nutriva per il suo scrittore. Il rimpianto con cui gli esuli russi, hanno accolta la notizia della sua morte è testimonianza che questo amore non era venuto meno nel travolgente succedersi della vita di questi anni. La rivoluzione del 1917, distrutto il regime, per il quale Io scrittore aveva sofferto tanto, non gli aveva portata però l’ora della liberazione, sulla quale egli aveva diritto di contare. Al contrario, con la rivoluzione bolscevica aveva dovuto cessare le pubblicazioni la sua rivista « La ricchezza russa», ed egli era stato così costretto al silenzio. Se come artista egli taceva da molto tempo volontariamente, da quando il racconto « Il musicista cieco » aveva portato il suo nome oltre i confini della patria, il silenzio, a cui lo costrinse il nuovo regime rivoluzionario, fu assai più grave perchè imposto da una forza esteriore, brutalmente sover-chiante, e non generato da un’ interiore convinzione. Di questo periodo resta testimonianza nelle lettere che Koro-