66 La servitù della gleba nella lett. russa nella questione del matrimonio e la privazione qualche volta del diritto al matrimonio per tutta la vita; le punizioni corporali, gli abusi delle autorità dei villaggi e degli amministratori, le bizzarrie dei signori e la loro caparbietà, infine il non riconoscimento al servo del diritto di proprietà sulle cose da lui guadagnate col proprio lavoro. 11 lettore doveva domandarsi come mai nel suo contatto quotidiano con tali figure, non si fosse accorto dei lati sia positivi che negativi, che gli presentava ora lo scrittore. Ed era costretto a dire a se stesso, come già s’era detto Radiscev : « vidi che le sventure dell’ uomo provengono dall’ uomo e spesso soltanto perchè egli non considera direttamente gli oggetti che lo circondano ». Se i quadri di Turghéniev divennero, presso il pubblico dei lettori, una feroce terribile requisitoria, è che la vita stessa era tale da gridare contro se stessa. Se il sorriso accompagna talvolta il racconto, esso è, come dice un critico russo, un sorriso debole e malato, come un raggio di sole in un nordico giorno d’autunno. Tuttavia bisogna notare che il riso di Gogol si è già tramutato in sorriso ed ha guadagnato di efficacia in questo mutamento. Il grido straziante di Radiscev, saturo del tono quasi apocalittico di chi vuol essere udito da tutto il mondo, perchè nel proprio dolore è racchiuso il dolore del mondo, è diventato il tono leggermente ironico di chi sembra non aver troppo fede nella predicazione ma aspettarsi dalla vita stessa la soluzione dei problemi che essa pone. Ma è un sorriso, un ironia che ha maggior presa sulla massa ed è perciò più efficace. Sorridere ironicamente sembra talvolta anche Gonciaròv (1) nella lunga paziente, minuziosa pittura del suo Oblòmov. Ma il sorriso che talvolta sfiora le labbra dell’ autore dei (1) Dell’Oblomov uscirà quanto prima una mia traduzione.