L’«Oblòmov» e l’oblomovismo 87 questa realtà del tipo con poche parole nel suo articolo: « L’Oblòmovka è la nostra vera patria; i suoi padroni sono i nostri educatori e i suoi trecento servi sono sempre pronti a servirci. C’è in ciascuno di noi una parte di Oblòmov». Non soltanto però le cattive qualità d’Oblòmov. Senza dubbio anche le sue virtù, il suo amore per l’arte, per la cultura, il desiderio di agire, di muoversi, di fare, la sua bontà sconfinata, la sua sincera e candida buona fede. Solo un po’ di buona volontà, solo la necessità di fare, di liberarsi prima che il male sia divenuto inguaribile e gM Oblòmov sono salvi ! Questo ci spiega anche perchè, secondo l’espressione di Skabicèvskij, la pubblicazione di « Oblòmov » fu come una bomba caduta nel mezzo della società messa già in fermento. Bisogna pur essere giusti: se tutti vedevano qualche cosa di se stessi in Oblòmov, nessuno voleva riconoscere in sè Oblòmov in tutta la sua pienezza ed assolutezza. Ed in realtà la nuova vita, che cominciava a fervere, doveva ricacciare gli Oblòmov nei loro possedimenti, a lottare con le difficoltà create loro dall’abolizione della servitù della gleba. L’ « Oblòmov » precedette infatti di soli due anni l’abolizione della servitù. Con l’emancipazione dei servi cominciò in Russia anche il vero e proprio movimento rivoluzionario. I primi appelli rivoluzionari contro il governo sono appunto del 1861. È naturale che ognuno dovesse cercare di uccidere in sè ciò che aveva ereditato di oblomovismo e sgusciar fuori dalla tragica scorza di immobilità e di apatia. Processo non lieve nè rapido, ma che pure si compì in Russia nei decenni che immediatamente seguirono alla emancipazione dei servi. La riforma agraria aveva provocato soltanto disillusioni nei circoli dell’intelligenza russa. Gli stessi contadini si erano immaginati la « libertà » diversamente da quel che si presentò in realtà: essi avevano creduto di ricevere tutta la terra che