Antonio Pàvlovic Cèchov occupa, anche come autore drammatico, un posto molto importante nella storia della letteratura russa moderna. I suoi drammi hanno avuto sulla scena in Russia un successo, senza esagerazione, colossale. E non soltanto nelle capitali, a Pietrogrado e a Mosca, dove la maggiore cultura e la più fina preparazione spirituale spiegherebbero il convinto entusiasmo degli spettatori, ma altresì in provincia, dove non c’è stata piccola cittadina che non abbia voluto veder rappresentato sulle proprie scene « Il gabbiano » o « Lo zio Vania » o « Il giardino dei ciliegi». Quando quest’ultimo fu rappresentato a Mosca la prima volta nel famoso Teatro Artistico, la rappresentazione ebbe l’importanza di un vero e proprio avvenimento nazionale. A noi occidentali, cui è mancata una esatta conoscenza dell’importanza dell’opera di Cèchov nella evoluzione spirituale russa, tali successi sembrano quasi inverosimili o almeno esagerati. I drammi di Cèchov non hanno quasi mai affrontata la scena dei paesi occidentali, o quando l’hanno affrontata, hanno dovuto sottostare a tali condizioni menomatrici, da pregiudicare in precedenza il loro successo. Che questa affermazione abbia una sua base di verità è provato dal fatto che il «Teatro artistico» di Mosca che ha dedicata al teatro di Cèchov le cure più affettuose, nella sua tournée all’estero ha