Alessandro Herzen 127 questi improvvisi mutamenti d’umore. È naturale che l’e-sperienza della rivoluzione del 1848 in Francia dovesse rafforzare questi momenti di scetticismo, fino a fare aver loro la prevalenza. A Parigi, — come scrisse uno dei suoi biografi — Herzen trovò veramente ciò che aveva sognato: la repubblica una e indivisibile, ma nello stesso tempo anche ciò che aveva temuto: il seme della decadenza, i minacciosi segni di una profonda decadenza morale. È questo il momento di quel potente schianto dell’animo di Herzen, di quella caduta d’Icaro, dalla quale egli non doveva mai più guarire del tutto; ciò che egli sperimentò qui, era niente altro che la sconfitta della sua fede di gioventù, dei suoi sogni di libertà e della speranza d’una prossima realizzazione degli ideali della gioventù. Egli uscì da questo naufragio ferito, ma indomito e dritto. Ripresosi, molte illusioni erano scomparse, la gioventù era passata, ma egli era diventato un uomo, rafforzato e temprato nella fucina della vita. I terribili giorni di maggio, le battaglie di giugno e il trionfo di Napoleone — nulla gli fu risparmiato. Ch’egli uscisse indomito dal naufragio è opinione dei migliori suoi biografi. Ed è giustissima secondo me anche l’opinione di chi, come il Kulczyki, ritiene che in fondo le sue concezioni fondamentali sociali e politiche non erano cambiate e che solo il suo atteggiamento di fronte ai popoli occidentali e la sua opinione su alcuni fenomeni della vita del popolo russo si erano mutati. L’ideologia rivoluzionaria scompare, ma in quanto ideologia : lo spirito rimane sempre lo stesso. Ecco perchè altri potè dire che il suo libro «Dall’altra riva», primo frutto delle disillusioni, divenne una pietra miliare della ideologia del partito del popolo, sulla quale costruirono gli ulteriori teorici dello stesso indirizzo; Lavròv e Michailòvskij.