Alessandro Herzen 103 desiderio di indipendenza esterna della patria da Stati stranieri e di indipendenza interna dagli stranieri che occupavano le alte cariche dello Stato. Essi avevano una speciale preferenza per dati ricordi storici, che si riallacciavano a momenti della vita del popolo russo, in cui questo si era presentato nella vita sociale e politica come fattore indi-pendente: queste reminiscenze storiche erano le assemblee popolari della Russia antica, la potenza dell’ antica Novgo-rod ecc. Il loro patriottismo si mostrava anche nella loro ferma fede nel popolo russo, nella loro fiducia nelle sue qualità fisiche e morali. Cosa che sentì profondamente il poeta Nekrasov e fece risuonare nel suo poemetto «Donne russe». Sebbene non abbiano avuta una propria teoria dei pregi e della missione del popolo russo, tuttavia in alcuni decabristi si possono trovare dei germi di teoria slavofila e in generale germi di teorie posteriori, ed anche elementi di idee sviluppate più tardi da Herzen. Ma ciò che nelle dottrine dei decabristi forma l’elemento rivoluzionario vero e proprio erano le due stesse esigenze poste da Radiscev: l’abolizione della servitù della gleba e la costituzione, solo che essi le formulano in una teoria che non tiene conto soltanto delle impressioni e della ribellione personale ma di tutto l’insieme, positivo e negativo, che si presenta nel momento della realizzazione dell’ idea rivoluzionaria. E noi possiamo ben dire che appunto in questa sua pratica realizzazione (o meglio tendenza a realizzarsi come fine, ma vera realizzazione come attività) essa dimostra finalmente la sua esistenza. Non soltanto dunque per l’enunciazione teorica, quanto per i tentativi pratici, i decabristi possono essere detti i padri della rivoluzione russa. I due teorici e insieme i due capi della rivolta decabrista furono i capi delle due associazioni, la meridionale e la settentrionale; della prima Paolo Pestel, della se-