L’«Oblò m ov» e 1’oblomovismo 77 richiede da Oblòmov esplicazione di attività pratica, movimento, interesse immediato, vivace, è quel che spaventa Oblòmov, che ricade nella sua apatia, nella sua monotona indolenza. Neppure l’amore è riuscito a rendere attuale quel futuro « Oblòmov » sognato dalla fanciulla che nella realizzazione di questo sogno vedeva lo scopo della propria vita. Oblòmov più tardi sposerà la propria padrona di casa, che gli lascerà la possibilità di passare le giornate in veste da camera sdraiato su di un divano, e Olga sposerà l’amico di Oblòmov, Stolz, un personaggio di dubbia vitalità e realtà artistica, ma che in ogni modo il romanziere ha messo di fronte al suo eroe per mostrare che cosa dovesse essere la vita attiva di un uomo nuovo. Oblòmov è dunque un simbolo ed una realtà nello stesso tempo. A farne un simbolo contribuì il suo stesso autore nelle pagine conclusive del romanzo dove è pronunziata per la prima volta la parola « Oblòmovscina », Oblomovismo, divenuta poi famosa per la consacrazione fattane dal critico Dobroljubov, che nel suo saggio « Che cos’ è l’Oblomovismo ? » cercò di scoprire le più profonde radici del fenomeno e tutte le sue manifestazioni nella vita del popolo russo. Oblòmov è un simbolo, il simbolo delle condizioni a cui un’ istituzione sociale come la servitù della gleba può ridurre la concezione spirituale della vita in individui naturalmente sani e ben dotati. D’altra parte Oblòmov è il più efficace rappresentante di quei figli della servitù della gleba che, se l’istituzione non avesse trovato finalmente un termine, avrebbero portato la Russia sulla via di un eterno assopimento spirituale. I veri figli della servitù della gleba non erano naturalmente i servi, ma i proprietari di servi. Non c’ è dubbio che la servitù della gleba esercitò la sua azione deleteria assai più su coloro