16 Sul teatro di Cèchov riportato invece i suoi maggiori successi proprio con i drammi di Cèchov (1). Del resto è bene ricordare che anche in Russia il successo fu preceduto da uno di quei clamorosi insuccessi che sembrano distruggere per sempre le possibilità di un autore e prepararono invece la via alla sua gloria. Quando Nemirovic-Dàncenko, trascinato dal significato spirituale che egli aveva subito intravisto nelle opere teatrali di Cèchov, si mise in moto perchè queste fossero rappresentate al Teatro artistico di Mosca, una delle maggiori obiezioni che gli si presentarono fu di una semplicità straordinaria. « Il gabbiano » rappresentato al Teatro Ale-xandrinskij a Pietrogrado era stato accolto da un così violento scoppio di indignazione e da tali fischi che il povero Cèchov se n’era scappato nella lontana Crimea per trovar sollievo ai propri sentimenti oltraggiati. E questo dopo che lo stesso Nemirovic-Dàncenko era stato lì lì per rifiutare il premio che 1’ Accademia gli aveva conferito per la sua commedia « Il prezzo della vita», sostenendo che in tutta giustizia quel premio avrebbe dovuto essere conferito a « Il gabbiano » di Cèchov. In ogni modo la battaglia di Dàncenko fu vinta, « Il gabbiano » fu scelto dal Teatro artistico, ed il successo fu tale da consacrare definitivamente il nome di Cèchov anche come drammaturgo. Con «Il gabbiano» e gli altri quattro drammi: « Lo zio Vania», «Ivànov», Le tre sorelle» e «Il giardino dei ciliegi », il Teatro artistico di Mosca ha legato il nome di Cèchov al proprio, in modo tale che fu detto che Cèchov sta al teatro d’arte come il teatro d’arte a (1) Basterebbe citare a questo proposito le critiche teatrali dei giornali tedeschi e cèchi in questi ultimi tempi. L’entusiasmo e l’ammirazione sono concordi.