38 Sul teatro di Cèchov trionfa, se, dopo tutto quel che le è accaduto intorno, Olga ha ancora la forza, sia pure enfatica, di profetizzare un lontano avvenire di felicità? «11 tempo passerà e partiremo per l’eternità; ci dimenticheranno, dimenticheranno i nostri visi, le nostre voci, e quante eravamo, ma le nostre sofferenze si trasformeranno in gioia per quelli che vivranno dopo di noi : la felicità e la pace scenderanno sulla terra e gli uomini ricorderanno con gratitudine e benediranno quelli che vivono adesso...-Si direbbe che ancora un poco e sapremo perchè viviamo e perchè soffriamo... Ah, saperlo, saperlo ! » « Le tre sorelle » è degli ultimi anni di Cèchov, ma lo « Zio Vania » era del periodo di piena matura attività e la fede viveva e doveva illuminare lo spirito di Cèchov. Il dramma « Il giardino dei ciliegi » è quello in cui la fede di Cèchov ha finalmente vinto il pessimismo, è 1’ ultimo suo lavoro ed è davvero una affermazione di fede in un avvenire migliore. « Il giardino dei ciliegi » di un nobile proprietario, che era un vero giardino fatato quando gli alberi erano in pieno fiore e gli usignuoli cantavano nel suo folto, è stato abbattuto spietatamente da un uomo di affari. Non più fiori, non più usignuoli, ma solo danaro al loro posto. Ma Cèchov vede oltre nel futuro ; egli vede il fondo di nuovo in altre mani e un nuovo giardino risorgere allo stesso posto, un giardino dove tutti troveranno nuova felicità in un ambiente nuovo. Coloro che per tutta la vita non avevano pensato che alla propria persona, non potevano mai veder fiorire un tale giardino, ma in un tempo lontano esso sarà creato da esseri come Ania, la eroina del dramma e il suo amico, 1’ «eterno studente»..- È quindi ingiusto dire — come ha detto l’Alexinski — che Cèchov dipinga solo l’agonia; Cèchov dipinge una malattia che purtroppo se è accentuatamente russa è anche