La servitù della gleba nella lett. russa 65 spinta a rivolgersi allo studio della classe dei contadini. La sua rivelazione doveva essere una conseguenza della realtà stessa, riflessasi nella sua arte. E quanto a conoscenza della realtà Turghéniev l’aveva profonda; fin da fanciullo aveva notato il grave distacco che minacciava di travolgere per sempre la Russia nella rovina, e nella severità della propria madre verso i servi della gleba aveva conosciuta la vergogna del privilegio. L’opera che il destino gli aveva affidato, era dunque anche in lui una specie di riparazione per le crudeltà di chi, dopo avergli dato la vita, lo aveva messo a contatto con i lati più terribili di essa. Il tono idillico non poteva perciò confacersi a Turghéniev. È questo l’altro suo carattere di superiorità su Grigoròvic. Nei racconti del volume « Il villaggio » infatti, la servitù della gleba era mostrata in tutti i suoi lati negativi e deprimenti come nei racconti di Turghéniev ma mentre nel suo idillio Grigoròvic sembrava mendicare pietà per gli infelici, di cui dipingeva l’esistenza, Turghéniev mirava a mettere in evidenza quel che dei contadini faceva delle vere e proprie « anime » umane, degne e meritevoli di essere poste al livello di tutte le altre anime umane. Le pagine, talvolta anche molto efficaci di un Grigoròvic, non potevano andar oltre ¡a commozione, quella commozione che si prova ascoltando un caso straordinariamente pietoso su cui la nostra mente si ferma per un istante, ma da cui si riallontana subito, ripresa dalla vita consueta, a cui si è legati quotidianamente. Turghéniev presentava dei tipi comuni, quotidiani, delle figure veramente tipiche, prese dalla vita dei servi, e con questa semplicità di metodo riusciva a toccare le piaghe più vive e doloranti : il peso delle obbligazioni, qualche volt? con insufficiente quantità di terra, la dipendenza della volontà del signore perfino 5