Alessandro Herzen 147 che il primo dovere di noi russi esiliati, costretti a vivere ed agire all’esterno sia — di annunziare altamente la necessità della distruzione di questo esecrabile impero». Sì, dice Herzen, distruggere questo impero in quanto è esecrabile, sostituendovi ciò che è sacro e deve essere sacro a tutti gli uomini. Nella seconda delle sue « Lettere a un vecchio amico» (Bakùnin), in data 25 gennaio 1869, Nizza, egli riassumerà chiaramente questo concetto: « Noi miriamo con tutta la nostra forza ad uscire da questo mondo di schiavitù e di autorità immorale, nel libero mondo della conoscenza e della scienza, nel mondo della libertà attraverso la ragione. Tutti i tentativi, dischivare la necessità, di osare per impazienza un salto in questo mondo, strappar con sè le masse con l’autorità e la passione, porteranno solo ai più terribili cozzi e, ciò che è peggiore ancora, a inevitabili sconfitte. È ugualmente impossibile scansare il processo di rischiaramento che la questione delle forze. Scuotere all’ improvviso un uomo che è ancora immerso nel sonno spirituale e stordirlo o sbalordirlo nel primo momento, in cui è ancora ubbriaco di sonno, con una massa di pensieri che rovesciano tutti i suoi concetti morali, e che non gli danno alcuna guida — ciò può difficilmente essere utile all’ evoluzione ». Con gli anni 1’ espressione di rivoluzione è stata sostituita da quella di evoluzione, ma da quanto si è detto si vede abbastanza chiaramente che la differenza del concetto che indicavano le due parole non era tanto grande. È che i tempi erano mutati: una parte delle riforme propugnate da Herzen si era realizzata, un’ altra parte era naufragata ma egli stesso l’aveva abbandonata , altre ancora erano ormai sorpassate dagli avvenimenli ed era assurdo tenercisi attaccati ad ogni costo. D’altra parte anche il ca-