140 Alessandro Herzen in cui si discutevano le cause dei contadini, servi della gleba, contro i proprietari. Abbiamo già accennato alle sue relazioni con Haxthausen. Egli stesso scrisse : « Ho avuto occasione di parlare con Haxthausen. Mi ha sorpreso la sua chiara visione a proposito della vita dei nostri contadini, del potere dei proprietari, della polizia, dello zemstvo e dell’amministrazione in generale. Egli trova molto importante il principio tradizionale della comunità (del possesso, cioè, in comune della terra), ed esso deve essere, secondo lui, sviluppato, conformemente alle esigenze del tempo. La liberazione individuale, con o senza terra, non è da lui ritenuta utile: essa espone la debole solitaria famiglia a tutte le terribili oppressioni della polizia dello zemstvo. » Esperienza diretta di ciò che fosse la servitù della gleba, Herzen aveva avuto anche nell’estate 1843, nel villaggio di Pokrovskoe, e ne aveva scritto con sanguinanti parole di compianto. Più tardi aveva accennato alla servitù della gleba nel romanzo « Di chi la colpa? », dove il proprietario Negròv, dopo aver forzato una ragazza, serva della gleba, a diventar sua amante, la fa sposare per forza ad un suo servo. La madre di Beltov era stata in gioventù serva della gleba di una signora che faceva commercio di reclute. Alla servitù della gleba accennò nel 1847 dall’estero nelle sue « Lettere dall’Avenue Mariguy » pubblicato dal « Contemporaneo » (Sovremennik). Buona parte della seconda lettera accenna largamente alla servitù, come una delle piaghe della Russia. Suo grande merito fu di aver visto che la grande sventura di tutte le rivoluzioni russe era stato il poco conto che si era fatto del lato economico. Oggi questo è un luogo comune, ma nella letteratura russa degli anni tra il '40 e il ’50 era una grande e coraggiosa novità, L’aver vista l’importanza della riforma agraria sulla base