Alessandro Herzen 107 tiva dopo la sparizione e il disgregamento definitivo dell’antica comunità slava. (1) Quest’ultima opinione è quella ritenuta giusta dai più recenti studi. Propugnata in origine da Cicèrin, fu confermata dai lavori del Klusèvskij e del Miljukòv. Nell’ antica Russia — scrive il Klusèvskij (2) — la comunità di villaggio si chiamava «mir »; l’espressione « obscina» che servì nel secolo XIX per indicare la comunità di villaggio, quale essa si formò nel tempo della riforma agraria, era allora ignota. Come caratteristiche della sua organizzazione si possono indicare: 1) l’eguagliamento costrittivo delle parti; 2) il significato strettamente di classe della « obscina »; 8) la responsabilità solidale. La terra era divisa secondo la forza di lavoro e il pagamento delle imposte dei contadini... la terra non era la fonte dell’obbligazione, ma ne appoggiava l’adempimento. Nelle comunità di villaggio dei secoli XV e XVI non troviamo nè l'egua-gliamento forzoso delle parti, nè questo costante carattere dei doveri dei contadini... II contadino trattava sulla quantità di terra direttamente col padrone o con l’amministratore senza che la comunità potesse intrigarsene... Il contadino stesso non era legato alla sua quota e tanto meno alla comunità e neppure al padrone; era libero di cambiar la sua parte, di uscirsene dai villaggio e perfino dalla classe dei contadini ». Il Miljukòv (3) da parte sua aggiunge : « È non solo impossibile far derivare la moderna obscina dalle primitive (1) Cfr. N. Cernisèvskij, La possession comunale dii sol. Trad. de Mme Laran-Tamarkine. Introd. pag. XX. (2) Klusèvskij, Corso di storia russa (in russo) voi. II, pag. 378-80. (3) Miljukòv, Schizzi sulla storia della civiltà russa (in russo). Parte I, pag. 238.