Alessandro Herzen 113 Questo legame, sopratutto ideale, fu una forza morale che influì notevolmente su tutta la personalità di Herzen. Come personalità, Herzen è indubbiamente una delle più grandi del secolo XIX, e la sua attività, come risvegliatore di pensiero, come propugnatore di libertà, come maestro d’ideali va al di là dei limiti normali dell’attività anche di un uomo d’eccezione. È vero che il giudizio dei russi, non fu sempre il migliore su di lui, ed anzi fu spesso acre e violento. Così, per esempio, quello di Dostojevskij il quale scrisse di lui che, non volendo sentire parlare di proprietà, amministrava bene la propria fortuna e se la godeva all’estero e mentre spingeva alla rivoluzione, allo sconvolgimento sociale, amava le comodità e la tranquillità del focolare domestico. La facoltà di trasformare qualche cosa in idolo, di inginocchiarcisi davanti, venerarlo e poi metterlo in ridicolo, era, secondo l’espressione di Dostojevskij, straordinariamente sviluppata in Herzen... che sempre e da per tutto era il gentiluomo russo, — cittadino dell’universo, prodotto dell’antico servaggio, che odia, ma di cui si serve ». Ma è questo forse il giudizio più severo che sia stato pronunziato su di lui, e d’altra parte nelle parole di Dostojevskij bisogna vedere anche una certa acrimonia personale, forse soltanto momentanea. Senza fine sarebbe invece 1’ elenco dei giudizi favorevoli ; anche di questi ne ricorderò uno solo, quello di Bielinskij pronunziato in occasione della pubblicazione del romanzo: « Di chi la colpa?» (1847), in una lettera a Botkin: «Io mi sono infine convinto che Herzen è uno degli uomini più grandi della nostra letteratura e non un dilettante, un amatore o un perditempo. Egli non è un poeta — sarebbe comico discuterne,— ma neppure Voltaire era un poeta, nè nella sua « Henriade » nè in « Candide — e pure « Candide » in quanto a durata, eternità di valore, può misurarsi con molte 8